Il referendum si compone di tre quesiti: il primo mira a fermare la privatizzazione dell'acqua attraverso l'eliminazione dell'articolo 23 della legge 133 del 2008, contrastando la consegna del mercato idrico ai privati. Il secondo quesito ripropone l'abrogazione del decreto legislativo 152 del 2006, relativo alla disciplina dei beni pubblici, mentre il terzo quesito vuole contrastare la possibilità che da un bene comune come l'acqua si possa fare profitto. Togliere, dunque, l'acqua dal mercato e arrivare a una gestione pubblica e partecipativa del bene comune sono tra i principali punti che motivano la campagna referendaria.
giovedì 27 maggio 2010
L’acqua è un bene pubblico
La settimana scorsa, nel week end di sabato e domenica, a Bassano e nel resto della provincia erano operativi i classici banchetti per la raccolta firme a favore dell'acqua pubblica. La raccolta firme che si è tenuta nei giardini pubblici ha raccattato 55 sottoscrittori, pochini rispetto a Viterbo 320, Bolsena 400, Vetralla 80, Blera 70 e Tarquinia 100. Insomma la cittadinanza Bassanese ha risposto con indifferenza. Eppure il tema della privatizzazione dell'acqua è serio ed è impensabile che qualcuno ci possa far profitti.
Il referendum si compone di tre quesiti: il primo mira a fermare la privatizzazione dell'acqua attraverso l'eliminazione dell'articolo 23 della legge 133 del 2008, contrastando la consegna del mercato idrico ai privati. Il secondo quesito ripropone l'abrogazione del decreto legislativo 152 del 2006, relativo alla disciplina dei beni pubblici, mentre il terzo quesito vuole contrastare la possibilità che da un bene comune come l'acqua si possa fare profitto. Togliere, dunque, l'acqua dal mercato e arrivare a una gestione pubblica e partecipativa del bene comune sono tra i principali punti che motivano la campagna referendaria.
Il referendum si compone di tre quesiti: il primo mira a fermare la privatizzazione dell'acqua attraverso l'eliminazione dell'articolo 23 della legge 133 del 2008, contrastando la consegna del mercato idrico ai privati. Il secondo quesito ripropone l'abrogazione del decreto legislativo 152 del 2006, relativo alla disciplina dei beni pubblici, mentre il terzo quesito vuole contrastare la possibilità che da un bene comune come l'acqua si possa fare profitto. Togliere, dunque, l'acqua dal mercato e arrivare a una gestione pubblica e partecipativa del bene comune sono tra i principali punti che motivano la campagna referendaria.
Per chi vuole l’abrogazione degli articoli, la raccolta durerà per tutto il mese di giugno. Naturalmente si può essere d’accordo o meno, ma di sicuro l’acqua è un bene pubblico.
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